chardonnay tra i pià blasonati e ricercati, prodotto in quantità limitate, proveniente dall'area di influenza del Corton Charlemagne: come è noto, tutti gli chardonnay di questa collina, che non fanno parte della sua denominazione, possono essere etichettati come “grand cru corton blanc”. La parcella di pertinenza del domaine, di complessivi 0.6 ha, che vanta vigne di età media di 50 anni, trae orgine dal missaggio di tre parcelle, esposte a sud-sud-est: per l'80 per cento dal climat "Corton Bressandes" (la parte più in alto delle 3 parcelle), per il 15 per cento dal "Corton Chaumes", e per il 5 per cento dal "Corton Renardes". Le rese per ettaro si attestano sui 50 hl. La particolarità di questo vino bianco di Corton (la cui prima annata è stata prodotta nel 1950) è quella per cui le viti che ne danno origine sono piantate su terreni normalmente destinati al pinot noir, ma qui particolarmente illuminanti per lo chardonnay, perchè nelle cui tessiture interne prevale una quota di argilla bianca, la quale poggia su un denso sostrato roccioso di natura calcarea, risalente al periodo Oxfordiano. All'interno della palette del domaine lo consideriamo sempre un paradigna assoluto per lo chardonnay “non charlemagne”. Siamo al cospetto di un vino tattile, estremamente raffinato, normalmente portatore di rimandi delicati di pesca gialla ed albicocca, velati da una carezzevole nuance di miele d'acacia; ciò che lo rende davvero grande è la sua postura, dalla mineralità luminescente, di una purezza espressiva di rara intensità ed opulenza. Sul versante della tecnica di vinificazione del domaine, l'affinamento qui non è mai effettuato in legno nuovo, e non viene praticato alcun battonage; di questo vino ne vengono prodotte circa 3000 bottiglie. Annata '19 non solfitata, giallo paglierina intensa penetrabile; olfazione dalla timbrica riconoscibile di pesca nettarina e susina gialla, striati da delicate note speziate bionde; bocca che fa collimare sapidità e ascendenza verticale, in un contesto fruttato cui riconosciamo un tenore dai toni garbati, estremamente raffinato; vige un equilibrio complessivo ammirevole, costituito dall'unione del sapiente ritmato avvicendarsi del corredo fruttato ammirato in olfazione e la sua consuete mineralità identitaria, che ci ha fatto innamorare di questo prodotto la prima volta che lo degustammo. Prodotto haut de gamme, dai connotati principeschi. Impossibile non desiderarlo prepotentemente nella nostra palette di vini aziendali. Apogeo di apertura [2026-2037]