Comte Armand Scheda prodotto
Pommard 1er cru clos des Epeneaux monopole 2018
cru tra i qualitativamente più emblematici della Cote d'Or, amministrato in regime di monopole dal domaine Comte Armand, necessita davvero di pochissime presentazioni, stante la sua celeberrima fama, che lo pone, senza tema di smentita, nella top ten dei monopole di Côtes de Beaune; la vigna è sapientemente condotta, dal 2014, da Paul Zinetti (successore, al timone della conduzione enologica, di Benjamin Leroux) in regime di agricoltura biodinamica certificata; il climat è esteso per 5.2 ha, si trova ubicato proprio tra i "Les Grands" ed i "Les Petits Epenots" ed è composto dal missaggio di circa l’80% di uve provenienti dai “Petits Epenots” e dal 20% di uve provenienti dai “Grands Epenots”, con viti di età compresa tra i 30 e gli 80 anni, con una densità che raggiunge i 12 mila ceppi per ettaro; si tratta di una parcella divisa in 4 settori, vinificati separatamente, distinti per parametri che si riferiscono all'anno di piantumazione, alla struttura dei suoli, alla texture dei suoli ed alla profondità a cui si trova la roccia madre (dai 20-30 cm nella parte superiore, sino ai 60-80cm nella parte inferiore del clos). Il dato geologico più importante riferibile a questo peculiare climat è la massiccia e generale presenza, nel suo suolo ,di uno strato calcareo risalente al periodo Calloviano (l'ultimo delle quattro età in cui è suddiviso il Giurassico medio, la seconda epoca dell'intero periodo: è compreso tra i 165 e 161 milioni di anni fa), costituito una roccia calcarea particolarmente dura e compatta, che contempla un nutrito amalgama di molluschi bivalve e ostriche di quella datazione. La vinificazione avviene con il 10 per cento di raspo e la maturazione avviene per 22 mesi in piece in cui viene utilizzata una percentuale di legno nuovo che non supera il 40 per cento. Il vino di Comte Armand rappresenta una sintesi perfetta, un connubio davvero paradigmatico, tra i concetti enoici di potenza e finezza. Versione '18 che, lo diciamo subito, parte almeno dai 95 punti base. Lavoro egregio con il legno piccolo quello di Zinetti, sempre più al centro del nuovo progetto. L'annata è stata gestita al meglio: nessuna scottatura nelle uve, anzi, gran bella maturità fenolica e tanta materia seducente. Già al colore esprime la propria verve e voglia di stupire ma è al naso che apre le danze al suo mondo, distribuendo aromi terrosi soft su un letto di violette, poi emerge il frutto scuro, la prugna in particolare, poi mora e lampone; bocca di cilindrata media strutturale, cesellata da tannini estremamente fini cui sono stati conferiti il 30 per cento di quelli gallici da barrique nuova, già decisamente integrata; il sorso è un incedere profondo di fruttini rossi di bosco, solcati ancora da quel cote floreale che pare il timbro di fabbrica in questa annata; in particolare, petali di rosa essiccata e fiori d'arancio emergono con l'incedere del sorso. Finale straripante, con plurimi rimandi in retrolfatto del mazzo di frutta apprezzata. Superbo: uno dei migliori tasting del millesimo 2018 in Cote d'Or. Da farne copiosa incetta, senza "se". Apogeo di consumazione [2024-2030].
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