è il premier cru più rinomato di Chambolle; una vera star, seconda, per qualità complessiva e soprattutto nelle annate più ispirate (da interpretarsi come “minore articolazione, complessità delle sue componenti gusto-olfattive, nonché PAI”) solo ai grand cru di “Bonnes Mares” (in verità, non sempre) e del “Musigny”; rispetto a quest'ultimo gli è adiacente e condivide la granulometria dello scheletro del proprio terreno, nonché la sua esposizione. L’etimologia del nome del climat appare incerta: c’è chi gli attribuisce il significato di “vino che favorisce il processo di innamoramento” e c’è chi dice si riferisca al concetto di “vino che possiede amorevolezza”, espressione borgognona che identifica “un vino dotato di un magnifico bouquet”. Questo piccolo climat (di 5.40 ha), da sempre foriero di vini "ricamati, merlettati e vellutati” è, da decenni, considerato colui il quale incarna una delle più intime essenze identitarie di Chambolle Musigny; la parcella, che, nella parte più alta, costituisce il naturale prolungamento del grand cru Musigny si trova in posizione piuttosto elevata, ed il magico microclima del luogo dona ai vini una struttura ed una delicatezza unici, evidenziando un'accezione fruttata molto presente (nuances di violetta e ciliegia scura molto intensi e caratterizzanti), piuttosto distinta dagli altri climats circostanti, e, soprattutto, vera timbrica del climat, è rappresentata dalla presenza di una sapidità marina dalla vena assolutamente caratterizzante; la matrice del suolo si presenta molto dura e di ascendenza bruno calcarea, mescolata con detriti e fango, provenienti dal cono di deiezione della Combe adiacente. Il pinot noir, qui, impatta un substrato meno carico di argilla rispetto al resto della Cote de Nuits ed è in grado di dare luogo a grappoli, generalmente e per dna, caratterizzati da un marcato bonus di finezza e grazia. Il fascino di questo vino, quindi, è ricamato su dettagli di eleganza e precisione, lunghezza e persistenza, che si concretizzano in un sorso che si lascia subito svelare, sprigionando, con baldanza, uno charme senza pari. La parcella in dotazione al domaine si estende per 0.32 ha, le vigne vantano un’età media di oltre 50 anni e poggiano su terreni marnosi a prevalenza calcarea. In vigna Francois pratica la "lutte raisonné", che prevede interventi mirati e limitati ad assecondare unicamente la dinamica climatica di ciascun millesimo; in sede di vinificazione, la fermentazione alcolica si protrae per una quindicina di giorni, con sosta di 18 mesi per l'elevage, svolto in pieces nuove per il 20%. Annata '21 che tocca uno dei vertici espressivi più alti dell'ultima decade; nei calici irradia luce rubina sclafitta da un'aura violacea accesa. Il naso è un orchestra speziata sottile e variegata, che emerge dallo spartito per preludere all'incedere dapprima di fiori campestri a petalo rosso freschi primaverili; poi emergono sottili cenni di rabarbaro, peonie, copiosi lamponi guizzanti e mirtilli delicatissimi. La prossimità con il monumento della aoc, il grand cru di “Musigny” è percepibile dalla lunghezza e dalla volumetria espressiva: folate di mineralità chambolliana, sospinte da una verve tartarica che irrora tutta la console fruttata, autentico centro di smistamento di tannini succulenti, che si avviluppa in un missaggio esplosivo, rendendo l'operazione di il riconoscimento dei singoli effluvi un'esperienza inutile, considerati i livelli di piacere generati; la capacità di questo liquido di comunicare direttamente con l'anima di chi lo approccia con autentica umiltà silenziosa, dedita al puro ascolto sensoriale, senza schemi, rappresenta un dono speciale. Apice dell'artigianalità di Bertheau, lascia un segno emotivo: il prodotto è destinato a chi cerca la chambolle più evocativa, sensoriale, immaginifica. Apogeo di consumazione [2026-2035]