Drouhin Laroze Scheda prodotto
Musigny grand cru 2021
il mito intramontabile di questo trascendentale climat, che si estende per 10.85 ha complessivi, ad un'altitudine di circa 300 metri, è tutto nella considerazione apicale che appassionati, storici, la vulgata popolare locale ed i vigneron riservano a questo fatato lembo di terra, diviso tra undici fieri proprietari. L'etimologia del nome della parcella risale a lontanissimi riferimenti classici, che si perdono nel tempo, e risalenti, con tutta propabilità, ad un luogo di culto dedicato ad Ercole, che si trovava a due passi dall'Urbe. Questa celebre parcella, che pare mai sia stata oggetto di opera di perimetrazione, è suddivisa in tre aree: il "Les Musigny" a nord, e due lieux-dits in monopolio, cioè il "Les Petits Musigny" al centro, ed una piccola area benedetta posta a sud, la "Combe d'Orveaux". Ogni area del climat possiede caratteri propri distintivi: cosi, a nord si trova il celebre calcare bianco oolitico del periodo bathoniano, mentre nel resto del climat è rinvenibile il celebre compattissimo calcare di Comblanchien, nonché una quota argillosa. La timbrica onirica di questo vino è sempre giocata su toni di estrema levità ed intrisa di suggestioni di frutta fresca e croccante; gli sono estranei, pertanto, note di confettura o spezie scure, nonché sentori terrosi. Il parco vitato dei Laroze si trova all’interno di una parcella acquisita nel 1996, di soli 0.12 ha, il cui parco vitato vanta oltre sessanta anni di età media. Annata '21 vinificata interamente in rovere nuovo, violacea scintillante con lembi rubini spessi; naso che stenta a rivelarsi per minuti, poi, gradualmente ma inesorabilmente, deflagra; ma è un'esplosione olfattiva al rallenty, perchè progressiva nella sua corposità: spande nuances di iris e peonia, e poi stordisce, per intensità, con ceste di lamponi e fragoline mature, ribes neri e more di rovo, adagiati su una lettiga di spezie scure; bocca che spiazza per una magnifica simmetria delle durezze, armonicamente fuse in un abbraccio sinergico, nel contesto di un sorso grandemente equilibrato, composto e ricchissimo di frutto scuro, amplificato da un sostrato tannico che è un cucito sartoriale. Finale che non deborda, anzi, ed i cui flutti saporosi fluttuano in retrolfatto, dispensando grazia, regalandoci momenti di autentica gioia enoica. 97 punti, senza l'ombra di un dubbio. Apogeo di consumazione [2028-2043]
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