PINOT NOIR E CHARDONNAY DI BORGOGNA
In una tarda primavera, che assomiglia decisamente di più ad un'estate a pieni giri, mantenendo fede alla tabella di marcia che ci siamo proposti, irrompiamo sulla scena per prospettare al nostro pubblico la seconda tranche di importazioni annuali: quella a più stretta anima bianchista (in pendant con la stagione), ma senza rinunciare ad una robusta batteria di pinot noir, di assoluta qualità.
Una concisa disamina generale permette di osservare che, compatibilimente con l'estrema esiguità mondiale del circolante enoico borgognone 2016, abbiamo tenuto serrate le fila, mantenendo cioè nel mirino aziende e prodotti di consolidata fama, premiati, con costanza e passione, anche dal gradimento espresso da voi utenti; ma, non ci siamo comunque sottratti dal portarvi in dote qualche nuova golosa novità, che ha solleticato la nostra curiosità, nel corso delle recenti degustazioni in terra di Borgogna.
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LE NOVITA'
Il primo lotto 2016 che desideriamo sottoporvi, è quello che riguarda un domaine che annotiamo sempre più in fase ascendente nelle gerarchie qualitative di Puligny Montrachet: quello di Jean Chartron; abbiamo puntato direttamente la haute de gamme, sta volta, quindi due tra i monopole più intriganti su Puligny; segnaliamo, in particolare, il ritorno, in grande stile, di un Folatieres da capogiro ed il consueto gioiellino del Batard Montrachet, richiestissimo. Il secondo quartetto porta il nome del domaine T. Merme, di cui abbiamo pizzicato un trio magico di annate: 2014-15-16, di cui fa parte il rarissimo “Clos de Lambrays '16”, quest'anno in versione classicissima. Resta, poi, immutata la nostra fede verso uno dei domaine più accattivanti per ampiezza di palette di vini in proposta, che per serietà, continuità qualitativa e rapporto qualità prezzo: parliamo di Rapet, che rientra nuovamente nelle nostre preferenze con l'immancabile “Corton Charlemagne '16” e con una chicca, a prezzo decisamente invitante, che vi invitiamo a scoprire. La terza pista segue le tracce dei Morey, di cui abbiamo carpito l'intero trittico di 1er cru su Santenay (qualità davvero interessante), nonchè un ulteriore tassello, di consolidata fama, nel variegato puzzle dei 1er cru di Puligny. Quarta proposta: l'immancabile Buisson Charles, con un trio di certezze granitiche. E', poi, la volta di Benjamin Leroux, ormai una star acclarata, che continua, con progressione visibile, la sua scalata verso vette di eccellenza assoluta: qui ci siamo sbizzarriti e siamo andati oltre i “soliti (preziosissimi) noti”, importando due perle imperdibili su Meursault, in quantitativi limitati, quindi preziosi. Chiudiamo in bellezza: Naudin Ferrand ci fa dono di uno chardonnay ormai sulla bocca dei più attenti e fini conoscitori di chicche, nonchè di un contingentato numero di Echezeaux '16, che vaticiniamo irreperibile su buona parte del globo terracqueo, e già oggetto di feroce richiesta in sede di prevendita. Dulcis in fundo, il graditissimo ritorno di Jean Louis Trapet, con due 1er cru di alto lignaggio, più una cuvée, terzo grande classico; tutti rigorosamente targati 2015, annata in cui ci sono apparsi strepitosi.
Una felice estate a tutti i nostri lettori...ci riaggiorniamo in autunno, con le prossime novità.
Nel mentre, continuate a seguire le nostre rubriche!
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