BORGOGNA 2017. IL RACCONTO DELL'ANNATA VITICOLA

Borgogna 2017. La narrazione dell'annata.

Borgogna 2017. Lo staff redazionale ripropone una rubrica che resterà in vigore per tutto l’anno vegetativo 2017, quindi sino al raccolto delle uve di chardonnay e pinot noir in Cote d’Or. Al termine di ogni mese, verrà redatto un report, comprensivo di alcuni parametri che riteniamo essenziali per meglio comprendere l’andamento dell'annata viticola in corso.

 

Seguite i nostri aggiornamenti, per restare sempre aggiornati sull’evoluzione del millesimo 2017.

 
MARZO. Début du millesime avvenuto nel corso della terza settimana del mese, senza farsi attendere, complice (anche) un meteo particolarmente benevolo. Temperature: la douceur di cui si è fatto cenno, poggia essenzialmente sul riscontro di temperature al di sopra della media del periodo: di quasi 11° superiori (e per più giorni), avendo toccato picchi di 22.3° (la massima di marzo del 2016, per un raffronto recente, era stata di 10.5°, mentre il record assoluto da quando esistono le rilevazioni era stato un solo grado in più di quest’anno; fatto avvenuto nel 1989) e con minime anche superiori di 7.5° alle medie (nel 2016 si erano toccate minime di 1.5°), avendo i termometri sfiorato i 10°. Precipitazioni: si registrano, precipitazioni per un totale di 46 mm, inferiori del 13% rispetto alle medie del mese. Le ore di luce: si segnalano abbondantemente sopra la media, cioè 176, contro le 140 di media del periodo. Per quanto può contare questo incipit d’anno vegetativo, questa mensilità ha certamente favorito una spinta ed una conseguente vigoria vegetativa non trascurabile, i cui effetti anticipativi, saranno apprezzabili nel corso del mese successivo

Credits: Domaine J. Grivot

 

APRILE. L’esuberanza vegetativa evidenziata, si è effettivamente palesata nel corso di questa delicatissima mensilità, teatro, (anche) lo scorso anno di una gelata mortifera (27 aprile). Temperature: la propulsione innescata da quelle registrate in marzo ha proseguito la sua onda lunga sino al giorno 6; infatti, dal giorno successivo, ha cominciato ad innescarsi un trend di temperature minime con segno meno, presagio di eventi preoccupanti, poi, purtroppo concretizzatisi; in particolare, seppur con qualche giorno di tregua, le minime, di notte, hanno cominciato la loro picchiata verticale, attestandosi sotto lo zero, per raggiungere il picco dei -3.2° (ben -8.2° rispetto alle medie del periodo) il giorno 20; siamo giunti a soli 0.8° dal record di minime di sempre del periodo, toccato il 4 aprile del 1968, anno in cui si attestarono a -4°; le temperature massime, pur avendo toccato i 24.3° (il giorno 10), nelle giornate massimamente critiche (dal giorno 18 al 30) hanno toccato anche i 6.7° ed hanno evidenziato forti escursioni termiche; a questo proposito, si evidenziano, su tutte, la forchetta 1.9° (minima) – 2.4° (massima), concretizzatasi il giorno 24; il saldo mensile delle massime, nonostante le bizzarrie climatiche evidenziate, ha segnalato comunque un generale (su scala mensile) +1.8° rispetto alle medie del periodo. Precipitazioni: 17.5 i millimetri caduti al suolo; un -51% significativo rispetto alle medie di aprile. Le ore di luce: 248.6 ore, rispetto alle 177.8 del periodo. Come preannunciato nelle analisi soprastanti, anche quest’anno ha fatto la sua comparsa, nel corso dell’ultima decade del mese, un’ondata di freddo e gelo che ha costretto anche la Cote d’Or ad approntare sistemi difensivi all’altezza, per scongiurare le risultanze dell’anno precedente; va precisato che Chatillionais e Chablis (circa il 25% dei vigneti è stato duramente compromesso) sono state nuovamente colpite duramente, la Cote de Nuits pare (una stima reale dei danni sarà compiuta prossimamente) aver temperato abbastanza gli effetti del gelo, mentre la Cote de Beaune, come spesso accade, a causa della sua posizione geografica, è stata più interessata dal fenomeno. Si è ricorso ad elevare le temperature dei vigneti grazie all'ausilio del copioso e caldo fumo prodotto da tonnellate di paglia bruciate sui principi dei filari di vite, nonchè agli spettacolari sorvoli di elicotteri sopra i filari, allo scopo di produrre aria più calda al suolo. Per analisti più approfondite sul tema di quanto accaduto e sta accadendo in Cote d’Or, rimandiamo i nostri lettori all’articolo (e relativi aggiornamenti) presenti sulla nostra pagina facebook (link cliccabile):
 
https://www.facebook.com/BorgognaMonAmour/ ), nel corpo del post del 27 aprile.

Credits: domaine Arnoux-Lachaux

 

MAGGIO. Cominciamo dalla coda di questo mese appena terminato, che ha condotto il fenomeno della floraison a diffondersi, con buona uniformità, su tutta la Cote ed è previsto protrarsi (con l’ausilio di un meteo previsto in gran forma, almeno sino al giorno 6, nel corso del quale le previsioni annunciano “quelques orages et averses”, la cui entità/violenza, anche considerato lo spread termico causato dall’incrocio in alta quota di masse d’aria fredda e da quelle molto calde dei bassi strati di questi giorni, sarà da valutare attentamente) ed esaurirsi intorno al giorno 5 di giugno, per poi dare luogo al cominciamento del delicato macrofenomeno dell’allegagione; è proprio l’osservazione attenta della modalità espressiva della fioritura che, probabilmente, porta in dote l’incipit qualitativo e quantitativo del millesimo ’17, che va dispiegandosi verso l’estate; allo stato delle cose, fa ipotizzare una potenziale vendemmia a partire della settimana n. 37; l’apice vegetativo è giunto, insomma, in prossimità della sua massima spinta (accrescimento dei germogli dai 2-4 cm/giorno), prima di concentrarsi sulla maturazione degli acini; si è trattato di un percorso evolutivo non netto ed agevole, come sappiamo, poiché maggio è cominciato cosi come aprile era terminato, quindi con la Cote alle prese con il fenomeno del gelo.
 
Impatto delle gelate 2017 in Cote d'Or: in Borgogna ci si è difesi principalmente attraverso l’utilizzo di 3 note tecniche: in qualche caso con la coque de glace per proteggere i germogli (metodologia storica, utilizzata soprattutto a Chablis, zona più colpita della regione, con 15mila ha touche, soprattutto nel nord della denominazione), l’ausilio delle bougies e, quest’anno molto utilizzati, i feux de paille, grazie alla generosità degli agricoltori locali, che hanno fornito la materia prima in grandi quantità; il bilancio delle 5 aree viticole borgognone resta comunque pesante: circa 500mila euro di perdita finanziaria; per tutelarsi maggiormente i domaine stanno ricorrendo sempre più massicciamente alle tutele assicurative e vi sono pressioni affinchè l’Inao reintroduca l’utilizzo dei “toiles écologiques” (composées de pores qui se referment avec la rosée de la nuit). Ma riposizioniamo il nostro focus sulla Cote d’Or: le stime dei danni maturati non sono agevoli, essendosi il fenomeno manifestato con poca uniformità; Di seguito ne forniamo una panoramica il più esaustiva possibile, dopo aver interpellato numerosi domaine, da nord a sud. Gli esiti delle nostre interpellanze: tutto bene in zona Gevrey Chambertin, in cui il domaine Dugat-Py ci conforta con una dichiarazione netta “ici tout va bien, nous n’avons pas subit le gel”, cosi come il domaine Dugat “fort heureusement nous n'avons pas eu de vignes gelées” e Jean Louis del domaine JL Trapet sulla stessa linea “pas de soucis, et un petit peu en Alsace, 30% sur 50 ares”, mentre dal domaine Sylvie Esmonin lei stessa dice "nous n'avons que des dégats mineurs dus au gel de printemps...on s'en sort bien" ed, infine, Philippe Harmand del domaine Harmand-Geoffroy “nous n’avons eu aucun dégâts sur le village de Gevrey“. A Morey St Denis, come riferisce Virginie del domaine Taupenot Merme “nous n’avons pas eu de dégâts en 2017 sur nos parcelles“ e conferma M.me Chantal del domaine Chantal Remy, nonché l’entourage del domaine de Lambrays, e cosi il domaine Dujac, attraverso le parole di Alec Seysses "nous avons été épargné par le gel cette année". A Chambolle Musigny il domaine G. Roumier ci conforta affermando “pas de gel chez nous cette année“ e cosi Prune Amiot, del domaine Amiot Servelle “cette année heureusement nous n'avons pas été touché par le gel”; zero danni anche per il domaine Francois Bertheau. A Vougeot  M. Labet di Chateau de La Tour ci riferisce che “nous avons heureusement été épargné par le gel cette année. Les moyens mis en œuvre: les feux de paille,  les bougies et sur certains parcelles l’hélicoptère, ont sans doute contribué à éviter les dégâts”. A Vosne-Romanée il domaine Jean Yves Bizot ci riferisce testualmente “nous n’avons heureusement presque pas été touché; il doit y avoir au maximum 5% de pertes”; il domaine Michel Gros attesta “très peu de dégâts cette année, les vignes n’ont pas gelé” ed il domaine Jean Grivot ci fa intendere di aver lottato in modo serrato, con ottimi risultati "nous avons eu beaucoup de chance, nos vignes n’ont pas souffert du gel, nous nous sommes battu fort". A Nuits St Georges il domaine Chicotot (che l’anno scorso ha patito perdite del raccolto sino all’85% della produzione) quest’anno non ha subito alcun danno da gelate, il domaine Chevillon-Chezeaux rimarca che il 2016 ha perso il 50% del raccolto ma quest’anno non ha avuto problemi, se non “juste en Hautes Cotes de Nuits à 50%”; e non ne lamenta nemmeno il domaine H. Gouges. La paladine delle Hautes Cotes, Claire del domaine Naudin-Ferrand, sito in località Magny-lès-Villers, qualche anno lo ha patito “nous pensons avoir perdu environ 10 à 15% de la surface totale avec le gel cette année, donc rien de très grave. Nous avons subi 2 orages de grêles pour l'instant, mais sans pertes. Donc jusque là tout va bien”. A Beaune il domaine Benjamin Leroux riferisce di danni marginali “presque rien, une vigne de Bourgogne à 50%”; tutto a posto anche per il domaine De Croix. Danni contenuti anche in zona Savigny Les Beaune, in cui M.me Chisa del domaine Bize e la contessa De Nicolay del domaine Chandon de Briailles si limitano a riferirci che “les vignerons de savigny se mobilise pour lutter contre gel et le dégât est minime, car il n’a fait que 0 degrés; nous avions prévu des grands feux dans les contours de nos vignes mais nous n’avons pas eu besoin de les allumer”; tutto ok anche a Pernand-Vergelesses in cui Vincent del domaine Rapet ci tranquillizza “nous avons beaucoup de degat en 2016 mais rien en 2017 heureusement”. Buone notizie anche da Monthelie, dal domaine De Suremain “nous n'avons pas souffert du gel cette année. Pour le moment tout se passe bien”. Nella zona di Meursault il domaine Jaques Prieur, nella persona di Martin, afferma che “les dégats sont très limités“, il domaine Buisson Charles ci riferisce di averne patiti “sur certaines parcelle de village et générique, entre 15 et 40 % sur quelques parcelles”, il domaine Remi Jobard “cet année je n’ai pas de dégât lié au gel. Les vignes sont belles“, mentre il domaine Jean-Marc Roulot precisa che “a part quelques légers dégâts dans les aligoté et une parcelle de bourgogne blanc, nous avons heureusement été épargnés par le gel“ e Adèle Matrot del domaine Matrot lamenta qualche lieve danno e fa un bilancio complessivo sulla Cote d’Or ”nous n’avons presque pas été touché par le gel. Une parcelle de Bourgogne de 1.5 hectare à environ 80%, une parcelle ½ hectare d’Aligoté à 50%. Les Meursault villages n’ont quasiment rien et les 1er Cru sont intacts. En général les côtes de Beaune et Nuits n’ont pas souffert”. A Volnay nessuna sofferenza presso il domaine De Montille ed il domaine T. Bouley e nemmeno presso il domaine J. Voillot, come ci riferisce Jean Pierre Charlot, che palesa timori solo per la grandine e profetizza il periodo vendemmiale “nous n’avons pas eu dégâts sérieux à cause du gel du 27 avril...on à peur de la grêle tant que les raisins ne sont pas dans les cuves. On est en pleine floraison et donc les vendanges devraient avoir lieu dans la première quinzaine de septembre”. A Pommard la testimonianza del domaine Jean Marc Boillot “nous n’avons pas eu de dégâts de gel cette année” ed anche il domaine du Comte Armand non ha rilevato danni; a Puligny Montrachet il domaine Jacques Carillon ci notizia che “heureusement pas de gel dans les vignes cette année! tout va bien pour l’instant“ e Jean Chartron ci riferisce che ha patito qualche danno “sauf quelques parcelles de Bourgogne Chardonnay ou d’Aligoté”. A Chassagne Montrachet il gelo è stato arginato con buoni risultati,come conferma Laurence Fontaine del domaine Fontaine-Gagnard e JP Cornut di Chateau de la Maltroye.
 
Pertanto, alla luce dei resoconti di una buona campionatura di vigneron della Cote, pare plausibile sostenere che i danni prodotti dal gelo, a differenza di quanto rilevato nel corso dell’aprile 2016, si siano palesati sotto forma di graffi sporadici, contenuti e scarsamente impattanti sulle rese viticole potenziali. Ndr: potrebbero giungere ulteriori aggiornamenti ed altri feedback da vigneron che abbiamo interpellato, per strutturare ancor più il quadro complessivo che abbiamo delineato. Sarà nostra premura, in quell'occasione, aggiornare sempre il presente post, con nuove dichiarazioni.
 
Temperature: i primi quattro giorni e mezzo del mese sono cominciati sotto media, con il massimo raggiunto il giorno 2 (min 6.1° e max 11.4°); a seguire, un periodo di convalescenza meteo, durato sino al giorno 11, con medie ancora spesso al di sotto del dovuto (lunedì 8 maggio la max è stata di 11°); da metà mese a seguire i valori hanno cominciato ad aumentare vertiginosamente sino a far schizzare la colonnina di mercurio anche ad una massima, record del mese, di 29.9° (ad uno 0.1° dal record assoluto, datato 1971). Alcuni dati di sintesi. Gli estremi del mese: 2.1° di minima e 29.9° di massima; minime del periodo in aderenza con quanto ci si aspetta da maggio, mentre la temperatura media della mensilità si è attestata a 15° (contro i 13.7° del 2016 ed il 14.8° del 2015; negli ultimi 17 anni, solo la 2009 ha toccato una media più alta, con una max di 16.1°). Precipitazioni: sono stati 80.4 i mm caduti al suolo (un -9% rispetto alla media del mese), con un massimo precipitativo di 26.8mm, caduti tutti assieme il giorno 19. Dall’inizio dell’anno vegetativo, sono 218.7 i mm precipitati; un numero che fa riflettere per la sua esiguità; a supporto di questa riflessione, un parallelo con l’anno scorso, evidenzia che, nel medesimo arco di tempo considerato, i mm erano stati ben 462.5; per risalire (sempre considerando i paragoni con le annate de III millennio) a pluviometrie inferiori, bisogna fare menzione del memorabile 2003, che preannunciò una siccità monstre, esibendo, sino a maggio, solo 157 mm di pioggia. Le ore di luce: quasi 261h, quindi un +28% delle medie del periodo (204h); gli effetti meravigliosi di tanta luminosità si sono ammirati nell’ostentazione vegetativa e nella verve clorofilliana, giunta in questi giorni a splendide manifestazioni, ammirate nelle magnifiche fioriture; il top di soleggiamento giornaliero del mese è stato raggiunto con 15h di luce. Il trittico marzo-aprile e maggio ha sempre superato le soglie minime e maggio si è addirittura approssimato alla media massima relativa all’ensoleillement su scala annuale, quella di appannaggio del mese più stabile per antonomasia, quello di luglio, per cui è prevista una media di 266.2h di luce.

Credits: domaine Jean Grivot

 

GIUGNO. Mensilità che segna il delicato passaggio dalla floraison (terminata entro la prima decade del mese) al macrofenomeno della nouaison des grappes (allegagione) che, lo abbiamo constatato sul campo, da nord a sud della Cote d'Or, ha manifestato segni evidenti di progressione, anche rispetto ad annate precedenti, molto calde (nei casi meno evidenti, si è comunque diffusamente parlato di une ressemblance certaine avec 2015); si può, senz'altro parlare, di "sbilanciamento vegetativo in senso anticipatorio" di fenomeni più consoni e facilmente riscontrabili per la metà di luglio: ci riferiamo alla c.d. fermeture de la grappe, constatata già in moltissimi vigneti, e che consiste in un processo di aumento dei volumi dei grappoli e di un sostanziale ingrossamento degli acini; questi ultimi, infatti, hanno già raggiunto circonferenze ragguardevoli; per controbilanciare questa esuberanza vegetativa, in vigna, le cure fervono, e parecchio: si è generalmente proceduto a cimature diffuse, minuziose (si è cominciato a metà mese) ed importanti, a conseguenti operazioni di legatura e fissaggio (accollage), operazioni delicate (e che impiegano molto tempo per essere realizzate) di tressage (operazione di taglio che, a differenza del tradizionale rognage delle sommità estreme, il quale provoca tagli più invasivi, incisivi e stressanti per la vite, dona des raisins plus petit avec plus de goût et un équilibre diferent), in qualche caso, ad operazioni di effeuillage, allo scopo di favorire la circolazione dell'aria tra i grappoli; a questo punto si tratta di attendere i processi di graduale maturazione degli acini nei mesi successivi; entriamo, insomma, nella fase topica del millesimo. C'è stato molto sole ed media locali hanno scomodato termini come sécheresse e canicule, come accaduto nel 2015, che hanno determinato albori di stress soprattutto per le vigne più giovani, e meno per le vieilles, che, notoriamente, vantano una posizione dei grappoli più bassa; per fortuna il finale di giugno ha portato con sè piogge ideali per rilanciare ulteriormente la qualità del millesimo. Passiamo all'analisi dei consueti parametri. Temperature: sono stati solo 5 i giorni sotto media stagionale per le massime, sempre oltre gli standard attesi; il picco massimo si è registrato il giorno 22, in cui si è battuto un record che, per questo mese, resisteva dal 1950: la colonnina di mercurio, infatti, ha segnalato 36.4 gradi; le massime hanno oscillato tra i 19 gradi ed i 36.4 segnalati, le minime tra i 9.1 ed i 19.1 gradi; i 27.4 gradi massimali che le medie del periodo richiederebbero, paiono ormai, probabilmente, destinati a non costituire più un parametro plausibili in quest'era di mutamenti climatici ormai conclamati. Precipitazioni: nonostante le alte temperature e la fotosintesi esuberante, sono stati 68,9 i millimestri caduti al suolo in giugno (25.1mm anche in un solo giorno, il 3); un +10% rispetto alle medie riscontrabili del periodo; un buon dato; al giorno trenta del mese in analisi sono 287.6 i mm totali caduti al suolo, da marzo; qualche utile raffronto con annate precedenti, evidenzia che, alla medesima data considerata, nel 2016, sono stati 558.2 i millimetri, 270.6 il quasi gemello 2015, e, ripercorrendo le orme di annate calde, 206.1 ne erano caduti nel 2011, e solo 193 nel bollente 2003; dati parziali, per ora, ma che fanno presagire, solo per il momento, una prospettica riproduzione dell'annata 2015, in toni più temperati, e che ci fanno auspicare uno splendido millesimo. Le ore di luce: sono state ben 289.2, contro le normali 235 del periodo per questo mese; 288.7 lo furono nel 2015; un altro indizio di quanto queste due annate si stiano assomigliando in alcuni fattori chiave (addirittura furono 315.3 nel mese di giugno del 2003). 

Credits: domaine Marc Roy

 

LUGLIO. 31 giorni chiave per l'avvenuto, deciso ed, in più di qualche qualche caso, precoce, passaggio allo stadio cruciale della veraison, che ha visto apparire les premières baies vérées, quindi le prime virate di colore degli acini verso la maturazione; si segnala che, in qualche caso, il fenomeno si è manifestato già a cavallo della prima decade di luglio; pertanto, è cominciato il conto alla rovescia per la vendemmia 2017, che si profila cominciare, tra i 40 ed i 45 giorni dalla veraison; luglio non si è fatto mancare qualche episodio di contenuta (per fortuna) violenza meteo, che, complice le temperature, anche qui in Cote d'Or, molto sostenute, non ha mancato di graffiare, ledendo l'integrità di qualche climat, unicamente in area Cote de Nuits, sta volta (piccola anomalia). Evento meteo: il giorno 10, l'impatto di una perturbazione nefasta ha investito la bande Couchey-Marsannay village, in particolare l'area centrale della denominazione di Marsannay, risparmiando fortunatamente climats storici come es chezots, Longeroies, clos du Roy e chapitre; i vigneti della vicina Fixin non hanno subito danni; anche Gevrey Chambertin è stata investita dal fenomeno, con molta pioggia mista ad un pò di grandine, che ha imperversato il tempo sufficiente a far invocare, ed a far valere, al domaine Philippe Rossignol l'intervento della propria assicurazione, come conseguenza dei danni sofferti; nulla di gravoso, comunque, rispetto a ciò che si è scatenato nella medesima giornata in Beaujolais (Moulin a Vent, Regnié et Fleurie, in particolare); infine, la grandinata inattesa è scivolata sulle vigne di Premeaux Prissey, sfiorando Nuits St Georges, senza però determinare danni apprezzabili, fortunatamente. Temperature: picco di 34.9 gradi, registrato il giorno 7, con una minima che, invece, è arrivata a 11.1 gradi; 22 giorni di massime oltre le medie; solo 2 i gradi delle massime, attestati sopra le attese del periodo; pertanto, la curva delle temperature, sempre oltre i parametri delle medie per i mesi precedenti, ha imboccato un binario di quasi normalità, staccando il piede dall'acceleratore e diminuendo la pressione; ciò, ci auspichiamo, significherà il preludio di un ultimo mese e mezzo, da qui alla maturazione tecnologica e fenolica, che, speriamo, scandirà un abbrivio graduale e dolce nel momento cruciale della stagione viticola. Precipitazioni: 67.2 i millimetri caduti al suolo, con punte, in un solo giorno, di 14.9 mm; con un +32% rispetto alle medie del periodo; sono 354.8 i millimetri caduti da marzo al 31 luglio, contro i 597.6 del 2016 ed i 276.8 del siccitoso 2015, per restare nell'alveo di un triennio comparativo; un capitale precipitativo che assomiglia abbastanza alla 2014, in tono lievemente più contenuto. Le ore di luce: sono state 269.6; quindi, questo dato ci riferisce che siamo in perfetto allineamento con le migliori attese, per realizzare una veraison appropriata; il totale delle ore di soleggiamento maturato sino ad ora, nel periodo marzo-luglio, ammonta a 901.6; rapportandoci ad annate qualitativamente eccellenti, come la 2010 o la 2005, ad esempio, per il medesimo periodo considerato (che hanno valori quasi identici), lo scarto è di luce inferiore di un -15%; un altro buon segnale in vista del futuro di questa annata.

Credits: domaine Jean Grivot

 

AGOSTO. Stagione vegetativa giunta in prossimità del suo capolinea, con le prime vendemmie inaugurate il 1 settembre; qualche domaine è ancora comprensibilmente fermo ai blocchi di partenza, in attesa delle ultime analisi sullo stato fenolico delle uve, ma entro il 9-10 settembre, la maggior parte della Cote d'Or si sarà messa all'opera per portare le uve en cave. Come da prassi (cosi abbiamo sempre fatto nella descrizione di questo momento cruciale stagionale, nel corso delle edizioni precedenti di questa rubrica sull'andamento, mese per mese, dei millesimi di Cote d'Or), ci riserveremo, ovviamente, di valutare la qualità dell'annata 2017 a bocce estremamente ferme, ed in una rubrica a parte; in questa sede, ci limiteremo a terminare la narrazione dell'andamento stagionale, descrivendo gli accadimenti meteo più significativi del mese di agosto.

Temperature: scodate di calore molto forte non si sono fatte mancare; infatti, proprio in prossimità del debutto vendemmiale, il giorno 29, si sono registrati 35 gradi, non lontani dal record mensile di 37.4 gradi, maturato l'11 agosto del 1998; sono stati 22 i giorni sopra media, con gli ultimi dieci giorni per la maggior parte sempre oltre i 30 gradi, cui ha fatto da contraltare un clamoroso crollo il giorno 31, con 17.9 gradi di massima giornaliera ( -6.6 gradi rispetto alla media del periodo). Le temperature massime e minime del mese si sono comunque palesate, mediamente, maggiori di 3 gradi rispetto alla normalità del periodo; pertanto, la media del mese è stata molto alta, di ben 21.7 gradi; un raffronto con le ultime annate nè dà l'esatta misura: fu di 20.8 gradi nel 2016, 21.2 nel caldo 2015, 17.8 nella fresca 2014 e, ripercorrendo, a ritroso, ulteriormente le ultime annate davvero calde, fu di 20.7 gradi nel 2012, 19.9 nel 2011, 21.4 nel 2009, mentre rimane imbattibile il 25.3 di media, registrato nel clamoroso 2003. Un'analisi su scala annuale vegetativa (marzo-agosto), consente di rilevare che: da marzo, sistematicamente, le massime registrate sono state sempre almeno di 2 gradi sopra media, sino ad, addirittura, 5 gradi oltre, nel corso del mese di luglio.

Precipitazioni: 10 i giorni marcati da precipitazioni, per un totale complessivo di 51.8mm ( - 21 per cento rispetto alla media del periodo), quasi tutti concentrati il giorno 30 del mese (orage che ha fatto temere il peggio), in cui sono precipitati al suolo ben 25.5 mm. Un raffronto: in agosto 2016 ne erano precipitati 33.6 mm, nel 2015 ben 74.1mm, nel 2014 addirittura 107.6, nel 2013 49.2mm, nel 2012 57.6mm, nel 2011 113.4mm e nel 2010 furono 83.5mm; riavvolgendo il nastro sino all'inizio del III millennio, l'agosto 2017 risulta stretto parente di quello del 2009 e del 2005. Una valutazione pluviometrica su scala annuale (marzo-agosto), consente di affermare che: nel corso dell'annata vegetativa 2017 sono precipitati complessivamente 339.6 mm; un parallelo con le pioggie cadute negli anni vegetativi degli ultimi 17 anni anni, ci consente di rilevare che si è trattato di un'annata precipitativa molto affine alla 2014 ed alla 2009.

Le ore di luce: quelle di agosto sono state 237, in linea con il periodo (media di 229.4 ore); su scala annuale vegetativa si sono maturate complessive 1.434 ore di luce; annata, pertanto, molto affine alla 2015 (1499 ore) e che segna un + 21 per cento rispetto alla vicina 2016, + 14 per cento rispetto alla monumentale 2010, + 7 per cento rispetto alla 2009, +10 per cento rispetto alla 2005 e +11 per cento rispetto alla 2002, annate che restano di riferimento assoluto per la qualità media in Cote d'Or.

Credits: domaine Lafarge - foto di F. Deronzier

 

Lo staff di Borgogna Mon Amour

 

Resta sempre aggiornato sulle nostre iniziative e rubriche, richiedendo l'iscrizione alla nostra NEWSLETTER

Seguici anche su Instagram: Borgogna Mon Amour