Borgogna 2016. La narrazione dell'annata.
Cote d’Or 2016. Lo staff redazionale è lieto di riproporre una rubrica che ha avuto molto successo al suo esordio, l’anno scorso; come nella sua precedente edizione, essa resterà in vigore per tutto l’anno vegetativo 2016, quindi sino al raccolto delle uve di chardonnay e pinot noir in Cote d’Or. Al termine di ogni mese, pertanto, se ci seguirete con costanza, potrete apprezzare il racconto del dispiegarsi progressivo dell’annata viticola borgognona. Ringraziamo per il contributo fotografico, i domaine Thomas Bouley di Volnay, Domaine Rossignol di Beaune, Domaine J. Grivot di Vosne-Romanée, cui appartengono le immagini riprodotte.
Seguite i nostri aggiornamenti, per restare sempre in aderenza con l'evolversi del millesimo 2016.
MARZO. I primordi dell’annata viticola hanno subito manifestato una peculiarità che, considerata alla luce di più di tre lustri di misurazioni, pare destinata a rappresentare un vero trend. Temperature: ci riferiamo proprio a questo primo indicatore; questo parametro è uno di quelli più adatti a farci ritenere che qualcosa sta mutando sotto il profilo climatico: la massima del mese si è attestata sui 17.9° (giorno 30); questo dato, se raffrontato con tutte le misurazioni effettuate nel corso di tutte le annate del III millennio, rappresenta il dato più elevato degli ultimi 16 anni di misurazioni, dimostrandosi superiore sia al bollente 2015 (17.4°) che al caldissimo 2003 (15.5°). Rispetto alle massime del periodo, pertanto, si rileva un aumento del 67% del calore. La temperatura media è stata di 6.3°. Precipitazioni: questo indicatore si è dimostrato perfettamente in linea con le medie del periodo; infatti, si rilevano 52.7mm di pioggia. Le ore di luce: anch’esse, assolutamente in media con i rilevamenti del periodo; 146.1 ore quelle rilevate (media del periodo: 140.3). Riassumendo gli accadimenti della mensilità, osserviamo come il “pianto della vite” si sia verificato con assoluta regolarità nei giorni centrali del mese, ed i primi germogli hanno fatto la loro comparsa nell’ultima settimana di marzo.
APRILE. Si è trattato di un mese che è parso incanalarsi sui binari di una assoluta normalità, in cui tutti gli indicatori medi del periodo parevano esattamente al loro posto…poi, però, un evento straordinario si è abbattuto (anche) sulla Cote d’Or, incidendo in modo profondo sul tenore dell’annata in corso di svolgimento. Temperature: 21.4° la massima registrata il giorno 22; tutto in linea con il periodo ed assolutamente a distanza di sicurezza da quella assoluta, registrata il 29 aprile del 1979, di 29.4°; infine, è stata di 9° la temperatura media del mese. Precipitazioni: prima pesante anomalia; 120.9 mm quelli precipitati al suolo, contro i 52.2 delle medie del periodo; quindi +132%: dato non di poco conto, che si rivelerà una costante primaverile. Le ore di luce: 134.3 ore di soleggiamento, contro le 204.4 medie del periodo; pertanto: cieli piuttosto oscurati e fotosintesi non agevolata. Un -24% che fa riflettere. EVENTO STRAORDINARIO: il 27 aprile è data che ricorderemo; se, più a nord, in Yonne, l’abitudine a certi fenomeni ha determinato la consuetudine di tutelarsi per tempo e con tecniche appropriate e collaudate, in Cote d’Or, accadimenti come quelli registrati, e che che andremo a narrarvi, erano accaduti in percentuali risibili (contro le gelate, si stanno rivelati decisivi, ad oggi, i c.d. “éoliennes chauffantes”). Quella mattina, i cieli di Cote d’Or erano sereni ma l’umidità, le temperature sotto zero della notte (la minima più bassa registrata è stata a Volnay, con -3°), il sole violento del mattino e la quasi totale assenza di vento, si sono rivelati un cocktail micidiale per le viti: una gelata che pare avere precedenti solo nel lontano 1981 si è abbattuta su tutta la Borgogna viticola, bruciando, sul nascere, le gemme che avrebbero dovuto rappresentare l'incipit dell’annata viticola 2016; va precisato che non tutte le zone di Cote d’Or sono state colpite con eguale violenza dal fenomeno: la Cote de Beaune ne ha risentito maggiormente, soprattutto nell’area di Pommard, Volnay, Meursault e di tutti i “village” limitrofi; ma anche in Cote de Nuits c’è chi ha accusato ingenti danni, a partire da Marsannay La Cote. Le AOC meno colpite sono state: Puligny-Montrachet, Vosne-Romanée e Morey-Saint-Denis. I danni maggiori hanno riguardato i vigneti posti sulla “plaine”, mentre minori si sono rivelati quelli sulle “coteaux”. I dati definitivi sui danno maturati sono comunque sconcertanti: in Côte-d'Or, quasi 7 mila ettari di vigneti, su un totale di 9 mila, sono stati gravemente danneggiati dal gelo (mentre risultano 1500 gli ettari colpiti in Yonne). Il 23% degli ettari vitati borgognoni ha subito tra il 31 ed il 70% delle perdite; solo poche AOC, come Givry o nel Macconais, sono state risparmiate del gelo. Il presidente della CAVB (Confédération des appellations et des vignerons de Bourgogne) ha comunque dichiarato che “la situazione è parsa oggettivamente grave ma non disperata”. Un nota tecnica doverosa: chardonnay e pinot noir costituiscono cepage le cui c.d. “gemme di salavataggio”, ovvero, tecnicamente argomentando, “le gemme di controcchio” (Les contre-bourgeons), che fuoriescono là dove la vite perde il primo spunto vitale, lasciano più di qualche speranza circa la fertilità di quest’ultime; tali gemme sono comparse con i loro tempi e apporteranno mediamente uno o due grappoli nelle viti colpite duramente dal gelo; c'è da augurarsi che questa deuxième génération di futuri grappoli contribuisca a generare ugualmente dei vini di grande livello, se il prosieguo dell'annata virerà verso un andamento ideale. Questo fenomeno, è inevitabile, inciderà profondamente sui quantitativi delle rese finali, non (auspichiamo) sulla qualità media delle uve, le quali, ci si augura, saranno portate a maturazione fenolica ideale, con il concorso necessario delle condizioni meteo adeguate.
MAGGIO. Dopo l’evento disastroso occorso sul finire di aprile, questo mese si è, invece, parzialmente allineato ai parametri ideali e medi per la stagione. Temperature: minime (8.7°) e massime (18.7°) in assetto perfetto con le medie stagionali. 13.7° è stata la temperatura media del mese. Precipitazioni: 118.5 i millimetri precipitati al suolo; un +37% rispetto alle medie del periodo. Le ore di luce: 163.3 ore di soleggiamento, contro le 204.4 che il periodo richiederebbe. Dati che ci indicano una tarda primavera ancora sotto tono sotto il profilo della verve vegetativa, che conduce verso la seconda fase cruciale dell’annata viticola: l’allegagione. Pertanto, annata piuttosto lenta nel suo evolversi: meno luce, molte precipitazioni, una gelata storica (si segnala una seconda clamorosa grandinata in Chablis, in data 28 maggio); tutto, ad oggi, conduce a raccolti parziali e tardivi. Un millesimo attardato, ritroso, appesantito dagli eventi meteo, che prospetta una maturazione tecnologica e fenolica più lontana dagli standard cui siamo soliti.
GIUGNO. Mese chiave, di ingresso alla stagione estiva, che conduce alla fioritura e che, se non colpita da fenomeni patologici (acinellatura), che incidono sul “peso del grappolo”, cioè sulla qualità espressiva (volume e maturità) degli acini, costituisce il volano decisivo per determinare la qualità della futura invaiatura (mediamente, a 100 giorni dalla fioritura). Questo mese non ha determinato una sterzata rispetto ai parametri stagionali registrati nel mese precedente: non ha inciso profondamente sul trend che l’annata pare imboccare. Temperature: 22.9° contro i 22.4° del periodo, la massima registrata; sotto questo profilo, i primi tre mesi (e spiccioli) della nuova annata, sono stati perfetti. 18.2° la temperatura media del mese. Precipitazioni: 88.3 i millimetri precipitati al suolo, contro i 62.4 medi per il periodo; mese ancora molto piovoso: +42% rispetto alle medie stagionali. Un primo bilancio precipitativo è d’obbligo, per quanto riguarda la primavera 2016: i millimetri medi che la regione si attende da questo periodo si attestano ad una media di 154, mentre quelli rilevati dal 21 marzo al 21 giugno di quest’anno sono stati ben 312.6: il 103%. Un dato molto significativo, la cui incidenza nel determinare la personalità dell'annata sarà più consono valutare dopo il soleggiamento estivo. Le ore di luce: 171.6 contro le 234.9 medie di questa mensilità; altro dato interessante. Sono 744 le ore di luce medie in Cote d’Or, nel corso della primavera: nel 2016 sono state 511.3; quindi, un -31% non sottostimabile. Considerazioni parziali sull’annata dopo l’andamento primaverile: come anticipato in premessa, si tratta di un’annata tardiva, che porterà ad una vendemmia che è prevista concretizzarsi, mediamente, verso la fine di settembre, l’inizio di ottobre e, per i ceppi colpiti dal gelo, verso l’ultima decade di ottobre (una condizione tutt’altro che negativa per gli chardonnay, in particolare: molti vigneron prediligono questa evoluzione, allo scopo di ottenere vini più profumati e perfettamente calibrati sotto il profilo della freschezza); uno degli aspetti positivi è che il fenomeno della fioritura è avvenuto (nella quarta decade del mese) in condizioni di caldo asciutto; uno degli aspetti negativi (dopo l’episodio della gelata primaverile) è l’umidità che le piogge hanno creato e che hanno determinato non infrequenti fenomeni legati alla presenza di muffe negli apparati fogliari; ci si auspica maggiore ventilazione e meno precipitazioni per sanare questo fenomeno. Ci si auspica un'estate calda, secca e dotata di una buona ventilazione.
SETTEMBRE. Senza ombra di dubbio, si tratta delle tre decadi tra le più accreditate per valutare l’appeal di un millesimo in Cote d’Or: pertanto, non solo un epilogo, un titolo di coda, ma il cuore pulsante, la firma in calce all’annata viticola a queste latitudini. Analisi generale: reduci da un agosto davvero impegnativo per l’intensità dell’irradiazione solare, si sono paventate subito le prima ombre prospettiche di stress idrico per gli impianti; il trend dei primi quattordici giorni del mese si è attestato su temperature molto elevate per il periodo, giunte sino a 31.9 gradi, concedendo un singolo giorno di pioggia (il 5), che ha determinato la pochezza di soli 3.8 mm di irrigazione al suolo; ciò ha determinato il trascorre di metà mese senza che le uve potessero ancora aspirare ad avvicinarsi al perseguimento della piena maturità tecnologica e fenolica, con un livello ancora insufficiente di alcol potenziale; di contro, l’accorciarsi progressivo delle ore di luce, unito alle belle escursioni notte-giorno, hanno apportato: un ottimo spessore ed una generale turgidità delle bucce, buone consistenze e volumi relativamente alle polpe degli acini (senza però abbandonare ancora il cote vegetale) e si è apprezzato il primo graduale sviluppo dei preziosi precursori di aromi; per quanto concerne lo stadio di maturità delle uve, in questo lasso temporale esso ha registrato ancora considerevoli acidità tartariche (valori in via di aggiustamento, ma che, al momento del raccolto, soprattutto in Cote de Beaune, si sono ipotizzate assestarsi tra i valori di 5,3 e 6) e benevole degradazioni dell’acidità malica, a causa delle temperature elevate; poi, tra il giorno 14 ed il giorno 18, sono scesi al suolo 26.7 mm di acqua benedetta, che, pur facendo digradare qualche grado Oechsle, hanno contribuito a non ritardare la progressione della formazione del succo nella polpa degli acini, il completamento dei profili aromatici delle bucce ed hanno fatto prospettare un’ottimale maturazione dei vinaccioli entro l’ultima decade del mese. I raccolti si sono svolti, pertanto, tra la fine di settembre ed i primi giorni di ottobre. In sintesi, i dati del mese dei consueti parametri che prendiamo in considerazione. Temperature: come detto in precedenza, è stata di ben 31.9 gradi la massima registrata il giorno 13; le temperature minime sono state di 2.2 gradi più elevate delle medie (la minima più bassa registrata è stata di 8 gradi); la temperatura media del mese è stata di 18.8 gradi; tutti gli indicatori, pertanto, evidenziano che, sotto il profilo termico, da giugno a settembre, la forbice delle temperature massime si è progressivamente ampliata (con scostamenti rispetto alle temperature medie che vanno dai + 0.8 gradi di giugno, ai + 1.7 gradi di luglio, ai + 2.9 di agosto, per giungere ai + 3.2 di settembre). Precipitazioni: terzo mese di fila con profili precipitativi inferiori alle medie; nel corso di settembre sono caduti solo 55.2 mm di pioggia rispetto ad una media di almeno 66.6 mm del periodo; lo stress idrico è stato comunque ampiamente scongiurato, considerando che nell’intero ciclo vegetativo ‘16 (quindi tra marzo e settembre), sono caduti ben 521.9 mm di pioggia, contro una media storica totale dell’arco temporale considerato di 436.7. Le ore di luce: sono state 215 le ore di irradiamento solare, a fronte di una media del periodo di 193.7. Si è vendemmiato sempre sotto un ottimo sole.
Foto del Domaine Rossignol Trapet