DenominazioneVougeot
Vougeot. I vini di Vougeot. Il territorio comunale comprende circa 66 ha ettari vitati, di cui 3 ha destinati ai vini di categoria village, poco meno di 12 ha destinati ai premier cru (quattro: Les Cras, Le Clos Blanc, Clos de la Perrière e parte del climat Les Petits Vougeots), mentre più di 50 sono di pertinenza del Clos de Vougeot, grand cru di fama mondiale.
STORIA DELLA DENOMINAZIONE: Vougeot è menzionata, per la prima volta, in un manoscritto di Citeaux del 1167, come "Cellarium de Vooget"; si trattava della prima piccola cantina che i monaci di Citeaux iniziarono a costruire nel 1125; quanto all'etimologia, che riporta all'antico idioma di Vooget, esso deriva dal nome di un fiume che attraversava il paese: la Vouge. Non è noto, di preciso, quando il vigneto fu circoscritto dalla cinta muraria attuale; nei manoscritti locali vi è solo una menzione di un "clausum de Vougeot", datato 1211, ed un riferimento alla presenza di un "grand clos de Citeaux", sempre in Vougeot, del 1228; pertanto, la convergenza di questi dati storici fa desumere che la sua definizione perimetrale risalga al XIII secolo, quando la parcella apparteneva all'Abbazia di Citeaux. Vi è, invece, certezza del ricorre di una data precisa nei manoscritti locali: il 1336, anno dell'ultima definizione dell'area della parcella del Clos de Vougeot (50.96 ha); queste date appaiono piuttosto verosimili, considerando che il "Petits Musigny", parte di questa storica parcella, acquisito dall'Abbazia di Citeaux prima del 1145, all'epoca, risultava ancora fuori delle mura del "clos de Vougeot" (d'ora in poi "Clos"), secondo l'autorevole Atlante di Citeaux. Fin dalle sue origini la produzione viticola, come peraltro in tutta l'area della Cote d'Or, fu di esclusivo appannaggio delle elites ecclesiastiche; pertanto, anch'esso fu confiscato durante la rivoluzione francesce, frazionato e venduto all'asta nel 1791; la proprietà passò di mano diverse volte: da quelle della nobile famiglia Ouvrard a quella, nel 1889, di sei negociants borgognoni (incluso Liger-Belair e Labourè); questo numero incrementò rapidamente, sino a ben quindici proprietari, tutti autoctoni; l'acquirente più importante fu Lèonce Bocquet, che comprò quindici ettari; egli non ripiantò le vigne, nonostante l'avvento della fillossera, e ciò determinò la morte delle stesse, durante la prima guerra mondiale. Quando la parcella fu venduta, nel 1920, i vigneron di Vosne-Romanèe, capitanati da Etienne Camuzet, giurarono che avrebbero evitato a tutti i costi che il Clos fosse venduto a proprietari alloctoni e decisero di assumersene le sorti; i quindici ettari di Bocquet, susseguentemente, furono divisi tra ventidue proprietari. Quindi, riassumendo tutte le tappe evidenziate, da ciò che risulta dagli archivi locali, il Clos de Vougeot, da singola parcella, nel 1889, passò a quasi quaranta proprietari nel 1920 ed, oggi, ne vanta un'ottantina (a causa del determinarsi di numerose sotto divisioni ereditarie delle famiglie proprietarie).
GRAND CRU
CLOS DE VOUGEOT: si tratta del climat più esteso della Cote d'Or; la sua superficie si estende per 50.96 ha; tale estensione, ha determinato, inevitabilmente (vi sono altri esempi simili in Cote d'Or, ma, probabilmente questo è il più macroscopico e, soprattutto, il più paradigmatico) livelli qualitativi, nonchè accezioni gusto-olfattive, piuttosto diverse nei vini che ivi vengono prodotti; e ciò è determinato sia dal fatto che i terreni di cui è costituito variano significativamente la propria composizione granulometrica all'interno dell'area, sia a causa del suo pedoclima peculiare, che determina significative variazioni d'altitudine tra i vigneti, che influiscono in modo riscontrabile sul prodotto finale; un dato a corredo di quanto asserito: il climat, dalla sua porzione nord, procedendo verso sud, scoscende da 260 a 240 metri; ciò determina che i vigneti posti più in alto, in prossimità del celebre Chateau du Clos de Vougeot, che troneggia sulla denominazione, poggino su suoli di natura sassosa, che sottende uno strato di marna a prevalenza calcarea di Comblanchien (una tipologia di calcare nobile, dalle sembianze marmoree, risalente al periodo Bathoniano, che corrisponde all'era medio jurassica, quindi posta tra i 167.7 ed i 164.7 milioni di anni fa), solcate da lievi quote di argilla; a coronare il tutto, si tratta di un'area in cui i terreni drenano perfettamente; pertanto, questi terreni, prossimi a Musigny verso nord, ed a Flagey-Echezeaux verso sud, sono da considerarsi di elevatissima qualità; scendendo verso il centro del climat si incontrato aree comunque molto reputate (in cui si trovano le parcelle de domaine Chateau de la Tour, meglio evidenziate qui), in cui predominano terreni bruno calcarei con una profondità inferiore ai 50 cm, in cui la quota di argilla è più presente (fino al 60%) e molte pietre, nonchè ottiamente drenanti; infine, la parte più a sud del Clos è formata da strati decisamente profondi, composti da detriti di matrice oligocenica, frutto dei fenomeni erosivi, in cui la marna si palesa di prevalenza argillosa; qui, nei vini, domina maggiormente la potenza, a discapito della raffinatezza, più riscontrabile nei versanti centrali e più a nord; da ultimo, spostandosi verso est, i terreni scoscendono, e si manifestano più ricchi di argille, che conferiscono generalmente altrettanta potenza, struttura e vigore ai vini: si tratta della zona dei vini di categoria village e premier crus. Per concludere, a suffragio di quanto detto in precedenza, si evidenzia che c'è un aneddoto che viene tramandato da generazioni, che sostiene che il vino ricavato dalle vigne sulla sommità della parcella fosse destinato ai re ed ai papi, quello delle vigne mediane ai vescovi e quello della parte più pianeggiante ai c.d. non credenti. Le caratteristiche peculiari e generali che rendono questo vino riconoscibile e leggendario, almeno nelle migliori interpretazioni, sono l'irresistibilmente impeto energetico del peso specifico che scandisce la sua materia, la riccamente raffinata trama tannica, la grande generosità ed ampiezza di sorso, sulle quali troneggia un frutto nitido, rappresentato dalla percezione netta della bacca rossa estiva e, soprattutto, la mora, nonchè soavi nuances di cioccolato scuro e liquirizia, frutta secca e note di polvere di caffè.
I proprietari (in ordine decrescente, relativamente all'ampiezza della parcella posseduta):
- Chateau de la Tour (5.48 ha);
- Mèo Camuzet (3.03 ha);
- Rebourseau (2.21 ha);
- Louis Jadot (2.15 ha);
- Leroy (1.91 ha);
- Jean Grivot (1.87 ha);
- Gros Frère et Soeur (1.50 ha);
- Gérard Raphet (1.47 ha);
- Vougeraie (1.41 ha);
- René Engel (1.37 ha);
- Francois Lamarche (1.36 ha);
- Faiveley (1.29 ha);
- Jacques Prieur (1.28 ha);
- Drouhin-Laroze (1.03 ha);
- Alain Hudelot-Noellat (0.56 ha);
Cartina del Clos de Vougeot con ripartizione in tutti i lieux-dits di cui è composto. Riproduzione riservata.
PREMIER CRU
LE CLOS BLANC: (2.29 ha) parcella conosciuta anche come La Vigne Blanche, poichè originarimente i monaci di Citeaux qui vi avevano piantato viti che davano luogo a cepage a bacca bianca, intorno al 1110; ad oggi, solo il Domaine de la Vougeraie vinifica ancora un delizoso chardonnay in quest'area, chiamando il proprio vino "Clos Blanc de Vougeot", e, a conferma dell'ottima scelta dei monaci al tempo, anche oggi, questo prodotto sa donare una discreta ricchiezza di dettagli e piacevolezza.
CLOS DE LA PERRIERE: (2.16 ha) questo climat deve il suo nome ad una piccola cava di appartenenza dei monaci di Citeaux, che, originariamente, era utilizzata per il materiale che forniva alla costruzione del Castello del Clos de Vougeot e lo Chateau de Gilly; ciò spiega anche perchè le celebri parcelle sotto questo climat, il Les Amoureuses ed il Musigny, si trovano in ripida pendenza; anche questa parcella era, nel 1800, coltivata a viti che producevano bacche bianche, ma l'attuale proprietario, il domaine Bertagna, ora, vi produce solo vellutati ed interessanti pinot noir.
LE CRAS: (3.75 ha) è ubicato proprio sotto uno strato di dura roccia calcarea, che determina vini piuttosto piacevoli e solidi.
LES PETITS VOUGEOTS: (3.49 ha) 0.20 ha del climat sono classificati village. Originariamente i monaci cistercensi lo chiamavano "Le Petit Clos Noir", per distinguerlo dai vini bianchi prodotti nella parcella dell'adiacente 1er cru Clos Blanc. Qui i terreni sono ricchi di marna argillo-calcarea, che conferisce generalmente ai vini un ottima verve sapida ed una eleganza difficilmente riscontrabile nei pinot noir prodotti dagli altri 1er cru.
Abbinamento cibo-vino consigliato: la dinamica territoriale, che si estende dalla collina alla pianura, consente di passare da toni verdi e balsamici a sentori più caldi, che favoriscono un ottimo connubio con la cacciagione dalla fibra sottile e delicata.
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Clos de Vougeot grand cru 2020
335,00 €Iva inclusa
warning TERMINATO: l'annata 2022 sarà disponibile da novembre 2025
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